L’edificio di costruzione degli anni 70, e l’appartamento al piano attico avevano del tutto perso i tratti distintivi dell’epoca di costruzione: una tabula rasa come punto di partenza, per riscrivere una storia in un delicato equilibrio di citazioni del passato, reinterpretate e in continua evoluzione.
La pianta architettonica è assimilabile ad una L, e alcuni vincoli piuttosto caratterizzanti, come la forma fortemente allungata, il vano ascensore che strozza in due metà il lato lungo della pianta architettonica i pilastri del pergolato esterno, una serie di rapporti aperto-chiuso, pubblico e privato con muratura perimetrale con andamento a Z su un terrazzo a livello sul lato corto che prosegue con una lunga balconata sul lato lungo dell’abitazione.
La committenza è costituita da un nucleo familiare con tre figli di età compresa tra i 23 e 11 con quindi esigenze molto diverse tra loro.
La volontà dei proprietari era quella di ricevere quotidianamente, in tutta comodità, da 5 a 8 persone. Il bisogno di un ambiente cucina integrato alla zona pranzo, ma all’occorrenza anche una zona di privacy per i coniugi mentre il living veniva abitato dai ragazzi; una zona cantina vini per il convivio con gli ospiti, un servizio igienico esclusivo per gli amici da ospitare, la cabina guardaroba che la padrona di casa ha sempre sognato con bagno annesso alla camera matrimoniale e almeno una vasca da bagno da utilizzare con zona wellness. Una cameretta indipendente per il secondo figlio con il bagno in camera e due camerette e bagno per due dei tre ragazzi.
Una ristrutturazione complessa e con molte aspettative da parte dei proprietari!
Il progetto, rigoroso nel dimensionamento degli spazi è stato tuttavia sviluppato tenendo conto di tutte le richieste dei committenti.
Una casa di luci e ombre, con “salti” percettivi tra la zona giorno e la zona notte, dove parti ancora vuote si alternano alle altre dense di funzioni anche in contemporanea, e le aperture verso l’esterno della zona giorno, sono feritoie di viste urbane arricchite da zone verdi della collina di Posillipo.
Lo studio e la ricerca dei materiali, funzionali, pratici e al tempo stesso contemporanei, il layout di tutto il progetto, materico, caldo e personalizzato sono stati il fulcro del progetto di interior design.
Da un lato, dalla riscoperta dignità della nuova zona giorno, grazie al rapporto con l’esterno, alle diverse altezze del pavimento, alla distribuzione ed al proporzionamento di tutte le funzioni richieste, dall’altro l’obiettivo di privacy e confort familiare in qualsiasi spazio con le molteplici “azioni” familiari.
La marcia in più per valorizzare il tutto è stato il progetto di luce.
Quando si progetta la luce già dalle prime fasi del concept architettonico, si ha la possibilità di poter gestire le esigenze delle funzioni di abitabilità in perfetta armonia con la luce.
La volontà di equilibri di vivibilità degli ambienti, in coppia, con amici, in famiglia viene immediatamente e contestualmente elaborata sia nel progetto di interior, che di lighting design.
Poter controllare la “dinamicità” degli spazi contemporaneamente già dalle prime fasi è il segreto per un risultato completo che rispecchi la qualità di un progetto e le aspettative dei clienti. In un unico concetto: la ricetta perfetta!
Ogni oggetto e ogni angolo della casa viene ottimizzato e enfatizzato, deve rappresentare il gusto personale e lo stile di vita degli abitanti, e ovviamente garantirne il comfort in ogni compito, ogni azione da portare a termine.
I dettagli di illuminazione hanno contribuito a questo obiettivo, così come l’utilizzo del living doveva avere elasticità di vita, così anche la luce doveva svolgere la sua funzione. Quando essere di accompagnamento, quando d’impatto, a volte emozionale, altre funzionale. Scene di feste e scene di relax vedendo la serie preferita.
Introdotti fin dalle prime fasi di progettazione del progetto d’interni, gli apparecchi di illuminazione sono stati valorizzati, enfatizzati o nascosti negli elementi architettonici a seconda della volontà progettuale. Il corpo illuminante come elemento decorativo era integrato nel progetto d’interni, svolgendo la sua funzione luminosa quando richiesto, in altri casi l’apparecchio di luce è stato scientemente nascosto nel dettaglio architettonico, eliminando la funzione decorativa ed enfatizzando il progetto di percezione di luce.