La collezione è alimentata a batteria per consentire la fruizione dell’opera luminosa con due tipologie di luce: retroilluminazione che irradia le sagome e illuminazione radente che evidenzia le peculiarità della superficie, enfatizzando ossidazioni, variazioni cromatiche e la matericità della superficie artistica di Alice.
Il satellite, realizzato in vetro curvato con decoro argentato a specchio, rappresenta la porta d’accesso all’opera. La riflessione ci invita ad andare oltre la realtà conosciuta, fungendo da dispositivo per “rallentare” la percezione dell’osservazione del tempo. La superficie del pianeta è ispirata alla regolite, ovvero la miscela eterogenea di sedimenti che compone lo strato più esterno dei pianeti rocciosi. L’artista ha utilizzato un gesso per creare un effetto tridimensionale con impronte e finitura a polvere ferrosa, e le colorazioni avvenivano attraverso l’attivazione di agenti ossidanti.
Il progetto nasce dalla volontà di Alice e Valentina su una riflessione estesa tra lo spazio fisico e quello interiore. Cercare di vedere, oltre ciò che sta sotto i nostri occhi per aprire un varco ad una visione più intima.
I pianeti di Spaziando sono concepiti come motore emotivo e l’opera d’arte come spazio dell’anima.
Sono molteplici i dettagli non visibili contenuti in questa collezione di design artistico. Il tempo è indubbiamente l’elemento rivelatore, che si insinua con delicatezza nella nostra emotività fino a toccarne la parte più intima.
È il primo progetto della collaborazione tra l’artista e l’architetto, che mira, con un animo green, a sollecitare una riconoscenza all’etere.
La collezione prende il nome dalla volontà di libertà di utilizzo e vivibilità dell’oggetto artistico. I pianeti sono corpi illuminanti senza fili, per questo possono essere collocati nei luoghi che sentiamo più attraente in quel momento, possono essere posizionati su una parete o semplicemente appoggiati a terra in un angolo di fianco ad un divano.