Gliese

Italia

Gliese è la prima opera della collezione Spaziando, riferita all’esopianeta che si ipotizza abbia caratteristiche simili alla Terra. Alice Corbetta e Valentina Garraffa, nel loro progetto di design artistico incentrato sulla sostenibilità, mirano ad avviare una riflessione sull’interconnessione tra spazio fisico e spazio interiore. La superficie è trattata con prodotti innovativi che ionizzano e purificano l’aria circostante.

Dettagli progetto

La collezione è alimentata a batteria per consentire la fruizione dell’opera luminosa con due tipologie di luce: retroilluminazione che irradia le sagome e illuminazione radente che evidenzia le peculiarità della superficie, enfatizzando ossidazioni, variazioni cromatiche e la matericità della superficie artistica di Alice.
Il satellite, realizzato in vetro curvato con decoro argentato a specchio, rappresenta la porta d’accesso all’opera. La riflessione ci invita ad andare oltre la realtà conosciuta, fungendo da dispositivo per “rallentare” la percezione dell’osservazione del tempo. La superficie del pianeta è ispirata alla regolite, ovvero la miscela eterogenea di sedimenti che compone lo strato più esterno dei pianeti rocciosi. L’artista ha utilizzato un gesso per creare un effetto tridimensionale con impronte e finitura a polvere ferrosa, e le colorazioni avvenivano attraverso l’attivazione di agenti ossidanti.

SPAZIANDO

Un “itinerario” di opere luminose, un omaggio alla terra che, “se da una parte rimanda alla descrizione del cielo e del cosmo, dall’altra rimanda alla propria geografia interiore”, come scrisse Italo Calvino

Il progetto nasce dalla volontà di Alice e Valentina su una riflessione estesa tra lo spazio fisico e quello interiore. Cercare di vedere, oltre ciò che sta sotto i nostri occhi per aprire un varco ad una visione più intima.

I pianeti di Spaziando sono concepiti come motore emotivo e l’opera d’arte come spazio dell’anima.

Sono molteplici i dettagli non visibili contenuti in questa collezione di design artistico.  Il tempo è indubbiamente l’elemento rivelatore, che si insinua con delicatezza nella nostra emotività fino a toccarne la parte più intima.

È il primo progetto della collaborazione tra l’artista e l’architetto, che mira, con un animo green, a sollecitare una riconoscenza all’etere.

La collezione prende il nome dalla volontà di libertà di utilizzo e vivibilità dell’oggetto artistico. I pianeti sono corpi illuminanti senza fili, per questo possono essere collocati nei luoghi che sentiamo più attraente in quel momento, possono essere posizionati su una parete o semplicemente appoggiati a terra in un angolo di fianco ad un divano.